Querce (Quercus sp. pl.)

Roverella – Rovere (Quercus pubescens – Quercus petraea)

Come riconoscerle

La Roverella è la quercia che caratterizza i boschi delle colline e della bassa montagna. Albero caducifoglio alto fino a 20-25 metri, con chioma ampia e irregolare. La corteccia è spessa, ruvida, profondamente fessurata, di colore grigio-scuro tendente al nerastro. Le foglie sono alterne, di forma ovato allungata; il margine è diviso in 5-7 paia di lobi interi o sublobati. Il picciolo è pubescente (cioè coperto di peluria), come la pagina inferiore delle foglie più giovani. I fiori maschili sono disposti in amenti penduli; quelli femminili sono sessili (cioè privi di picciolo o peduncolo) o brevemente peduncolati. La ghianda è allungata, protetta fino a quasi metà da una cupola a squame regolari, non molto rilevate.


La Rovere è un albero tra i più maestosi della nostra flora alto fino a 30 metri e a volte anche più, con tronco dritto e slanciato, ramificato nella parte alta e con chioma ampia e regolare. La corteccia è grigio-bruna e finemente fessurata e scanalata. Le foglie, lunghe 7-12 cm sono obovate con la base cuneiforme, a margine con 5-7 lobi per lato, arrotondati e più larghi che lunghi; la lamina è glabra (cioè priva di peluria), verde intenso sopra, più chiara di sotto; il picciolo è lungo fino a 2,5 cm. I fiori maschili sono riuniti in amenti penduli, i femminili sessili riuniti in 1-3 all’ascella delle foglie. Il frutto è una ghianda lunga 2-3 cm avvolta da una cupola, che ha squame lanceolate, per circa un ¼ della sua lunghezza.

Cenni storici, utilizzi e curiosità

Il legame fra l’uomo e le querce è profondo e millenni di storia ci raccontano che esse hanno offerto all’uomo risorse fondamentali, come ghiande e legno, materia prima indispensabile per ogni tipo di costruzione (navi, imbarcazioni, fortificazioni militari, ponti, case, tetti, mobili, botti e utensili). La corteccia delle querce era fonte di tannino, sostanza usata per la concia delle pelli.
L’importanza delle querce è attestata anche dalla storia delle civiltà mediterranee, con frequenti richiami a tali alberi come piante utili o come simbolo di forza e vigore. Sembra che il nome Quercus derivi dal celtico quer (bello) e cuez (albero).
Si tratta di un genere comparso sulla Terra in epoche molto remote, come attestano i reperti fossili risalenti all’Era Cenozoica e più precisamente al periodo Cretacico, ma la massima diffusione delle querce si è avuta in un periodo del postglaciale compreso tra i 7.000 e i 4.500 anni fa.

Ambiente, distribuzione e prospettive di conservazione

La Roverella è una specie eliofila (cioè che ama la luce solare), molto frugale, è adatta alle temperature elevate, ma sopporta anche inverni abbastanza freddi.
La Rovere predilige un clima temperato-umido, ma non sopporta il ristagno dell’acqua nel suolo. Si trova spesso in grandi esemplari isolati vicino alle case coloniche e ai bordi dei campi.

Audiodescrizione