Acero Campestre (Acer campestre L.)

Come riconoscerlo

L’acero campestre è un albero deciduo della famiglia delle Sapindaceae, di piccole-medie dimensioni, 10-20 m, con chioma densa rotondeggiante, corteccia del tronco suberificata negli esemplari più vecchi, giallastra negli esemplari più giovani, lievemente solcata longitudinalmente e con placche rettangolari abbastanza persistenti.
Le foglie sono opposte, con dimensioni variabili dai 4 ai 10 cm al massimo, di colore verde scuro sulla pagina superiore, più chiare nella pagina inferiore, con 3-5 lobi ottusi a margine intero.
Le infiorescenze dell’acero campestre compaiono nel periodo primaverile (aprile-maggio), insieme alle nuove foglie, e costituiscono un’ottima fonte di nettare e polline per gli insetti impollinatori.
I frutti dell’acero sono delle disamare, infruttescenze alate portatrici di due semi, che raggiunta la maturazione si diffondono naturalmente cadendo vorticosamente, come un’elica, grazie all’azione del vento.

Dettaglio foglie e disamare

Cenni storici, utilizzi e curiosità

Di largo utilizzo nel passato per la produzione di legno per tornitori e liutai, nel mondo rurale, come per l’olmo, si usava spesso coltivarlo come “tutore vivo” nei filari dei vigneti, oppure per la produzione di legno da ardere, inoltre veniva sfrondato per l’alimentazione animale oppure utilizzato nelle campagne come siepe frangivento, tra l’altro molto utile per la nidificazione e rifugio di uccelli, insetti e piccoli mammiferi. Il legno dell’acero campestre oggi viene ancora utilizzato in falegnameria per la produzione di piccoli utensili, giocattoli e oggetti domestici. Tra gli usi moderni, nelle opere di ingegneria naturalistica viene sfruttato il suo apparato radicale fascicolato per il consolidamento di versanti acclivi.

Ambiente, distribuzione e prospettive di conservazione

L’acero campestre è diffuso in tutta Italia, fino ai 1600 m di quota, generalmente associato ad altre specie latifoglie, in boschi umidi di querce, castagni, carpini. Specie eliofila ubiquitaria, che predilige terreni argillosi, ricchi di sali, ma si adatta bene anche su terreni sabbiosi e sassosi. Non si notano problematiche associate alla diffusione della specie in natura, sicuramente un minore interesse nella diffusione/coltivazione da parte dell’uomo, semplicemente per la sostituzione con altri materiali.